In Germania ai dipendenti pubblici e privati non vaccinati che dovessero finire in quarantena per sospetta infezione da Covid-19 non spetterà più nessun compenso per il periodo di assenza dal lavoro. Il provvedimento entrerà in vigore dal primo novembre.
Aumenta il pressing delle autorità tedesche: ai non vaccinati non spetterà più alcun compenso per il periodo in cui dovessero fare la quarantena.
Lo ha stabilito il ministro della Salute, Jens Spahn, in accordo con i colleghi dei Länder.
Le nuove regole potrebbero entrare in vigore già l’11 ottobre secondo una bozza del piano visionata da Reuters e riguarderanno sia chi è risultato positivo al virus sia quanti sono rientrati da Paesi designati ad alto rischio per il Covid (lista che ora comprende anche Gran Bretagna, Turchia e parti della Francia). I non vaccinati di rientro da questi Paesi devono fare una quarantena di almeno 5 giorni, non richiesta invece a coloro che sono stati immunizzati o sono guariti di recente.
I critici hanno obiettato che una simile regola rende di fatto obbligatorio il vaccino visto che molti lavoratori non possono permettersi di restare a casa senza essere pagati.
Spahn ha precisato però che l’intento del provvedimento non è tanto quello di fare pressing sui tedeschi per vaccinarsi, quanto rispondere a un criterio di correttezza e giustizia. «Perché devono pagare altri per chi sceglie di non vaccinarsi?» ha argomentato con la tv ZDF.
Una cosa è certa: Berlino sta prendendo iniziative che rendono sempre più sconveniente non vaccinarsi. Sempre dall’11 ottobre i tamponi anti Covid richiesti per esempio per accedere all’interno dei ristoranti se non vaccinati non saranno più gratuiti. Inoltre alcuni Land hanno iniziato a permettere a locali come ristoranti e stadi di poter scegliere se limitare gli ingressi alle sole persone vaccinate o guarite di recente oppure estenderle anche quelle dotate di tampone negativo. In Germania ha completato il ciclo vaccinale il 74% degli adulti, contro la media europea del 72,3%.
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